Le ortesi nel piede piatto infantile: nuovo approccio multidisciplinare
Della Dott.ssa Elisa Grisoni
Gli slogan di molte pubblicità presenti nel mercato globale, ci rassicurano che tutto verrà fatto mediante un “click del mouse”.
La tecnologia ha preso campo in modo tentacolare in ogni settore, quindi non solo in campo industriale dove le spinte delle aziende erano e sono più ingenti ed esigenti, ma nella nostra vita quotidiana: prenoti un viaggio, compri auto, accessori, abiti, mobili, fai assicurazioni e ti fai pure la spesa… tutto in un “click”.
Ho intrapreso tre anni fa il mio percorso per diventare un tecnico ortopedico e da subito mi sono accorta che la tecnologia era arrivata anche nelle officine, dove il “mestiere”, da sempre, era considerato puramente artigianale.
Software gestionali, scanner 3D, stampanti e sistemi CAD – CAM per la realizzazione di ortesi spinali, plantari ed altro ancora… anche qui il famoso “click” ma dietro, studi approfonditi che partono da lontano e che sono imprescindibili per il connubio tecnologia-salute, vero investimento globale.
Il mio elaborato ha questo target: per dodici mesi ho condotto uno studio con FootLab, laboratorio ortopedico. L’attenzione alla tecnologia ed ai suoi svariati campi applicativi mi ha affascinato al punto che insieme allo staff abbiamo stabilito di realizzare un protocollo inserendo piccoli pazienti indirizzati al centro da pediatri, fisiatri, ortopedici, medici dello sport, affetti da piede piatto pronato di lieve/media entità che contemplasse l’utilizzo di tecnologia sia per la realizzazione ortesica, che per la stimolazione dinamica attraverso la piattaforma di gamification: “BOBO Balance”.
Questa metodica resa accattivante per i più piccoli e non solo, ha dimostrato attraverso la spinta motivazionale e la costanza, come educazione permanente, associata al carattere specialistico della prescrizione ortesica, risultati sorprendenti sia nelle tempistiche che nel responso finale.
Le conclusioni del progetto
Il progetto è nato con l’obiettivo di valutare se l’ortesi plantare, anche associata ad un’attività di movimento, porti ad un miglioramento progressivo nei piccoli pazienti affetti da piede piatto pronato infantile.
Attraverso la sua stesura ho potuto quindi verificare personalmente come un approccio multidisciplinare, possa accelerare il processo di stimolazione nell’obiettivo di favorire l’arcata plantare e di conseguenza il controllo della pronazione del piede piatto infantile.
Dopo aver seguito e testato i piccoli pazienti per dodici mesi, basandomi sul riscontro oggettivo baropodometrico finale, si può evincere un significativo miglioramento proprio nelle categorie di pazienti inseriti nel protocollo di stimolazione dinamica con la piattaforma BOBO Balance e in quello associato all’utilizzo del plantare SEM.
Questo miglioramento è evincibile anche dagli score raggiunti dagli stessi pazienti durante i diversi training test di controllo eseguiti ogni sei mesi: con il protocollo “BOBO + plantare” il 98% dei pazienti in esame risulta migliorato mentre solo un 1% peggiorato ed un’ultima parte costituita da 1% rimasta invariata.
Anche nel protocollo “solo BOBO” si riscontra un elevata percentuale di pazienti con un progresso positivo (97%), ed in minor parte un gruppo di pazienti con valori in peggioramento (1%) o rimasti invariati (2%).
La maggior parte dei pazienti inclusi nei protocolli “B e C”, è rappresentata da bambini che non hanno praticato alcuna attività sportiva extra-scolastica.
A conclusione se ne deduce che il loro significativo miglioramento evidenzi la fondamentale importanza di svolgere un’attività fisica a partire dai primi anni di vita, in quanto se associata all’utilizzo del plantare dinamico, quest’ultimo massimizza il proprio beneficio.
Per quanto riguarda i casi relativi al protocollo “solo BOBO” la spinta motivazionale suscitata nel piccolo paziente, attraverso la piattaforma di gamification, lo ha portato ad una stimolazione più dinamica con ottimi risultati anche sulla biomeccanica piede.
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